Skip to content

Welcome

Say hello to the toggle bar. This is an optional section you can use to display any content you'd like. Simply select a page from the theme panel and the content of the page will display here. You can even use the drag and drop builder to create this! This is a perfect place for your company mission statement, alerts, notices or anything else.

Get In Touch

Email: support@total.com
Phone: 1-800-Total-Theme
Address: Las Vegas, Nevada

Our Location

Associazione CAI - Sezione "Velio Soldan" - Pieve di Soligo

Eravamo nel 1962.
La Pieve di Soligo si era lasciata alle spalle i tragici eventi del secondo conflitto, culminati nell’incendio di gran parte delle sue abitazioni. Si apprezzava da qualche anno come fosse preziosa la pace e si intravvedevano i primi segni di quello che sarebbe stato il boom economico.
L’atmosfera era di entusiasmo, di ottimismo, di fiducia nel futuro.
In questo contesto nacque la sotto sezione del CAI del Quartier del Piave, denominata “di Pieve di Soligo”, essendo obbligati per statuto alla scelta di un paese e non di una zona.
Nacque per iniziativa del compianto Velio Soldan, persona dinamica, generosa, caparbia, che fu il primo presidente, a cui doverosamente è oggi intitolata la sezione.
Non era solo. Attorno a lui ruotavano altre persone socialmente sensibili e volonterose, tra cui Ulisse Fornasier, Renato Gumier, Renzo De Pizzol ……………..
Si definivano semplicemente “appassionati della montagna”.
Nel 1963, all’atto della costituzione, erano 35. Ma l’anno dopo sfiorarono subito i 200.
Oggi i soci sono oltre cinquecento.

Fin dai primi anni la vita della neonata Associazione fu attiva ed efficiente, soprattutto nel settore “Alpinismo”.
Lo scopo principale di allora era quello di “praticare, promuovere e valorizzare” l’escursionismo.
Nacquero la Scuola di Sci-alpinismo “Monte Messer”, quella di arrampicata “Le Maisandre”, l’Alpinismo giovanile, in cui protagonisti sono i ragazzi.
Nel 1984 si avviò l’iniziativa “Il CAI per la scuola” per sensibilizzare il mondo scolastico alla bellezza della montagna.
Nel 1991 si aggiunse il “Family CAI” con una attenzione particolare rivolta alle famiglie e ai loro bambini.
Già negli anni Settanta la curiosità dei soci di vedere sempre cose nuove e di provare altre suggestive emozioni portò alla istituzione del Gruppo Speleologico con le sue esplorazioni soprattutto nel Carso.

Erano anni di grande passione.
Nel 1986 si svolse una spedizione alpinistica nelle Ande peruviane che aveva come meta alcu­ne cime della Cordillera Bianca e di Huayhuash. Dello stesso periodo fu la spedizione nell’Hoggar algerino (Sahara).
In tempi più recenti il CAI avrebbe costruito anche strutture adeguate per l’esercitazione e l’allenamento, come la palestra di arrampicata a Barbisano “Giovanni e Massimiliano” nel 2003 e una Sala Boulder “Tommaso Toffolin” nel 2010.

Fin dalle origini giunsero a Pieve ad illustrare le loro imprese molti dei più prestigiosi alpinisti del mondo, poi entrati nella leggenda, come Jerzy Kukuczka e Kurt Diemberger. Un altro grande della montagna che onorò il CAI della sua cordiale amicizia fu Krzysztof Wielicki, il polacco che correva sugli ottomila, che saliva i colos­si himalayani in inverno, il quinto uomo ad aver scalato tutti i 14 ottomila.

Per il XXV di fondazione del CAI, nel 1987, aderirono alla manifestazione, svoltasi tra Pieve e il castello di Cison, più di una ventina di alpinisti rappresentanti di una decina di nazioni europee.

Nel 1990 nacque l’idea dei “concerti tra le rocce”, un’idea originale, fino allora poco sviluppata nelle Dolomiti.
L’intento non era tanto quello di richiamare centinaia di persone quanto valoriz­zare luoghi e spazi tra le rocce che presentano caratteristiche acustiche a dir poco straordinarie.
L’iniziativa riscosse molto successo e divenne tradizionale, a scadenza biennale.
Si iniziò col Rifugio Coldai. Seguirono il Vandelli, il Palmieri, il Berti, il Chiggiato e un’altra decina fino a quello del 2024 svoltosi a “Malga Cavallera”.

Se il CAI guardava alle grandi montagne, non poteva però rimanere insensibile al meraviglioso paesaggio che ci circonda.
L’annuale pulizia dei sentieri è particolarmente impegnativa, ma doverosa per un sodalizio che vive i valori del CAI.
Verso la metà degli anni Settanta, constatando il continuo degrado ambientale, alcuni soci del Cai con altri simpatizzanti, su iniziativa del presidente Velio Soldan, costituirono “l’Associazione per la tutela del paesaggio e la difesa ecologica”, antesignana degli attuali movimenti ambientalisti.
Un’associazione benemerita che limitò a Pieve l’invasione del cemento e attuò, tra l’altro, la prima pulizia completa del corso del Soligo, da Revine a Falzé.
Sempre su invito dell’ instancabile Soldan, per valorizzare l’ambiente della zona, alla fine degli anni Settanta il CAI promosse l’iniziativa “Un paesaggio in Super 8”. L’intento era quello di “conservare in immagini” alcuni aspetti della civiltà contadina che allora stava per essere soppiantata definitivamente dalla civiltà piccolo-industriale. Il materiale fotografico girato e i documentari che ne furono ricavati costituiscono aggi un patrimonio storico particolarmente prezioso.
Un altro segno dell’attenzione per l’ambiente fu nel 2002 il restauro del capitello di San Gaetano, posto in un ambiente particolarmente suggestivo da cui si vede sventolare la bandiera dei Loff, il bivacco più frequentato della fascia prealpina.

Il vivo senso di appartenenza di molti soci e la loro sensibilità ai problemi del disagio e della disabilità spinsero il sodalizio a sentirsi attivo anche in iniziative di carattere umanitario.

Nel 1991 scoppiavano le guerre jugoslave. Tra il 1991 e il 1995 una serie di conflitti armati, in­quadrabili tra guerre civili e scontri secessionisti, coinvolgeva diversi territori appartenenti alla Re­pubblica Socialista Federale di Jugoslavia cau­sandone la dissoluzione.
La guerra, arrivata alle porte di Trieste, portava inevitabilmente con sé le consuete atroci conse­guenze: distruzioni, profughi, fame.
La sezione del CAI di Pieve effettuò una ventina di spedizioni di viveri, medicine e vestiario a beneficio soprattutto di bambini, anziani e ammalati giunti profughi a Fiume.
In questo contesto si inserì dal 1997 l’iniziativa annuale di portare in montagna gli ospiti del Pic­colo Rifugio di Vittorio Veneto.
Un’altra iniziativa, cominciata nel 1998 e divenuta poi tradizionale, fu la serata annuale a beneficio dell’A.I.L.
A stimolare un gesto a favore di una così benefi­ca Associazione fu un grande amico della sezione di Pieve, Toio de Savorgnani.

Una attività meritoria di questa straordinaria sezione è quella di aver promosso, a scadenza biennale, degli incontri intersezionali. Dialogando con le altre sezioni ci si arricchisce, si fanno nuove conoscenze, si intraprendono insieme nuove iniziative.
Ne sono un esempio significativo i rapporti fra il CAI di Pieve, il Club Alpino Croato “Platak” e la sezione Cai di Fiume costituita dai cosiddetti esuli fiumani.
Il primo incontro intersezionale, con un coinvolgimento di una decina tra sezioni Cai e associazioni, avvenne nel 1998 presso la Casera Soldan nelle Prealpi di Cison.
Se la sezione di Pieve ha potuto realizzare così tante iniziative e manifestazioni, lo si deve alla notevole sensibilità dei suoi soci e al susseguirsi di presidenti dotati di spirito di iniziativa e di carisma.
Senza di loro non si sarebbe potuta realizzare, in tempi recenti, l’attuale nuova sede del CAI così accogliente e funzionale.

La “Dormiente“, visibile dalla collina di San Gallo a Farra di Soligo (TV)

Mai mancante neve di metà maggio…

Andrea Zanzotto

Torna su