Domenica 12 Novembre 2017 – 30 Anni per l’antica foresta del Cansiglio
APPUNTAMENTO DOMENICA 12 NOVEMBRE 2017
30 ANNI PER L’ANTICA FORESTA DEL CANSIGLIO
Siamo arrivati a 30 volte, 30 anni di incontri, 30 anni di attenzione continua, di vigilanza, senza mai
pensare di smettere e, soprattutto, sempre con un motivo per essere presenti e far sentire la nostra
voce, la nostra presenza.
L’esperienza di un tempo così lungo ci ha insegnato che il peggior nemico dell’ambiente sono
l’indifferenza e il pensiero negativo che “..tanto alla fine faranno quello che vogliono, opporsi costa
fatica e non porta a nulla…”. È vero il contrario, ma solo se non ci distraiamo, se non ci facciamo
sopraffare dalla stanchezza.
Quanti sindaci abbiamo visto passare? Quanti presidenti di regione, assessori e giunte? Pochi quelli
umili e disposti al dialogo, quasi tutti invece sempre pronti a dire “..io ho deciso che..”. Molti di
loro sono passati, noi no; siamo ancora qua e faremo del nostro meglio per rimanerci a lungo.
Quanti progetti sono stati fatti per il “comprensorio sciistico del Monte Cavallo” fino ad arrivare al
delirio di quel sindaco dell’Alpago che proponeva un grande ed unico polo del turismo invernale
comprendente Nevegal-Cansiglio-Pian Cavallo, cioè il fallimento economico del Pian Cavallo
moltiplicato a dismisura: la crisi economica e il cambiamento climatico (in questo caso per fortuna)
hanno fatto morire quel delirio.
Con la nostra continua attenzione siamo riusciti ad evitare il collegamento sciistico con Pian
Cavallo e non accetteremo nemmeno il collegamento con una pista da mountain bike, cavallo di
Troia per arrivare a molto di più.
Siamo riusciti ad obbligare il ministero della Difesa a demolire la base militare sul Monte Pizzoc
(con politici locali che sognavano di trasformarla in complesso alberghiero…), e a fermare per ben
tre volte il tentativo del Ministero di vendita della base militare di Pian Cansiglio, quella dei missili
Nike Hercules della Nato: il terreno non gli apparteneva, ma occultava i documenti. Abbiamo anche
fermato le grandi esercitazioni militari nella foresta con centinaia di militari che simulavano
combattimenti rumorosissimi, anche con elicotteri e mezzi pesanti.
Abbiamo fermato la mattanza di un numero incredibile di cervi, quando era già stata annunciata
l’inevitabilità dell’abbattimento di 700, ma forse 1000 o addirittura 2000 esemplari, con censimenti
pilotati dalla lobby venatoria che ipotizzava la presenza di oltre 3000 ungulati.
Poi, come non ricordare che l’autostrada A27, che lambisce le falde del Cansiglio, sul Fadalto, è
stata fermata in Europa dall’europarlamentare verde e nostro carissimo amico Alex Langer, a cui
abbiamo dedicato l’Ecoistituto del Veneto, creato anche col suo contributo economico.
Abbiamo fermato il “parco” eolico del Monte Pizzoc, “una fonte energetica rinnovabile giusta ma
nel posto sbagliato”: energia solo teoricamente pulita poiché, se si fosse realizzato l’impianto,
sarebbe stata sporcata dal sangue degli uccelli migratori, con specie anche rare o ormai rarissime.
Ultimo pericolo, la decisione della Regione Veneto di mettere in vendita l’ex albergo San Marco,
con la scusa che è sempre più in degrado dopo circa 15 anni di chiusura e parecchi bandi andati
deserti; vendita alla quale ci stiamo opponendo con forza poiché, ne siamo sicuri, sarebbe solo la
prima parte di Cansiglio messo in vendita e perché, una volta rotto il principio della sua
inalienabilità, molte altro sarebbe privatizzato. Ci auguriamo che la giunta e il presidente del
Veneto, così come nel passato hanno cambiato idea sulla mattanza dei cervi, ora accettino anche di
mantenere quell’unitarietà di proprietà pubblica, cioè di demanio, che dura da oltre 1000 anni.
Per portare a conoscenza dell’opinione pubblica regionale la nostra richiesta abbiamo dedicato a
questo argomento più di un raduno annuale, compreso quello del giugno 2016 con circa 1500
partecipanti, e, a settembre, abbiamo fatto un digiuno collettivo a staffetta (per qualcuno anche di 11
giorni, per altri di una settimana, per altri di un giorno) con 96 partecipanti, una conferenza stampa
in Regione con Andrea Zanoni (PD) e Patrizia Bartelle (5 Stelle), concludendo il digiuno con una
manifestazione, con gli amici di Radio Gamma 5, a Vallorch, il 24 settembre.
Purtroppo, a distanza di una settimana, il 1° ottobre, un incendio quasi sicuramente doloso ha
danneggiato gravemente il tetto e gli interni del Rifugio escursionistico Vallorch, nelle cui
vicinanze ci eravamo radunati.
Come non ricordare che alla prima marcia nel 1988 ci hanno tagliato una quarantina di gomme,
fatto pagare oltre 200 multe illegali e distrutto tre auto dei partecipanti?
Qualche anno fa, una settimana prima della marcia, è stata bruciata Casera Palantina, appena
ristrutturata, e a qualcuno di noi erano stati allentati i bulloni delle ruote dell’auto (sulla strada in
discesa del Cansiglio) quale punizione per essersi esposto contro l’uccisione dei cervi.
Come non pensare che c’è chi agisce nell’ombra, vigliaccamente, che non ha il coraggio di
esprimere la propria opinione in pubblico ma opera con l’intimidazione mafiosa e la violenza. Ma
forse queste azioni criminali sono anche la prova che abbiamo colpito nel segno e scoperto delle
strategie che dovevano rimanere nascoste e ignorate dall’opinione pubblica.
Non possiamo certo allentare la guardia dopo tanti anni di impegno, quindi non ci resta che andare
avanti. Probabilmente la nostra marcia di alpinisti ed ambientalisti in difesa dell’antica foresta del
Cansiglio è la manifestazione ecologista più duratura di tutte le Alpi; ma non andiamo certo in cerca
di primati: è la testimonianza di un riconoscimento della grande importanza naturalistica e storica
del Cansiglio.
Toio de Savorgnani e Michele Boato
a nome di Mountain Wilderness ed Ecoistituto del Veneto