Skip to content

Welcome

Say hello to the toggle bar. This is an optional section you can use to display any content you'd like. Simply select a page from the theme panel and the content of the page will display here. You can even use the drag and drop builder to create this! This is a perfect place for your company mission statement, alerts, notices or anything else.

Get In Touch

Email: support@total.com
Phone: 1-800-Total-Theme
Address: Las Vegas, Nevada

Our Location

LE 9 SEZIONI DEL CAI DELLA PROVINCIA DI TREVISO DONANO

Le 9 sezioni CAI della provincia di Treviso donano 9 mila euro all’Ulss 2: “Vicini a chi combatte in prima linea”

 

 

Nuovo gesto di solidarietà nel nostro territorio dal mondo associazionistico: le sezioni venete del Cai (Club alpino italiano) si sono unite in un impegno di solidarietà, dividendosi per Ulss di competenza, per fare una donazione congiunta agli ospedali e agli “eroi in prima linea” che stanno combattendo il Covid-19.

La sezione “Velio Soldan” di Pieve di Soligo ha supportato l’iniziativa contribuendo, insieme alle altre 8 sezioni Cai della provincia di Treviso, a donare complessivamente 9 mila euro all’Ulss 2 Marca Trevigiana tramite la raccolta fondi avviata dall’associazione “Per mio figlio” onlus.

Le sezioni Cai coinvolte sono: Castelfranco Veneto, Conegliano, Montebelluna, Motta di Livenza, Oderzo, Pieve di Soligo, Ponte di Piave/Salgareda, Treviso e Vittorio Veneto. Ciascuna ha deciso di sostenere la sanità pubblica con 1.000 euro.

Vogliamo essere vicini a tutti coloro che oggi si trovano in prima linea a fronteggiare quest’emergenza sanitaria – afferma Monica Tasca, presidente della sezione Cai di Treviso e delegata dal presidente Cai Veneto per l’Ulss 2 -, ognuno per la propria competenza”.

Medici, infermieri, tecnici, operatori socio-sanitari ed addetti alle pulizie curano le persone ricoverate cercando di consolarli nello sconforto della degenza e spesso, troppo spesso, li accompagnano negli ultimi minuti di vita” continua Tasca.

“Queste persone non sono eroi, ma professionisti seri e preparati che qualche volta sono anche nostri compagni di escursione, o componenti del soccorso alpino o nostri vicini di casa – conclude Monica Tasca -. Noi auspichiamo che queste persone in prima linea abbiano gli strumenti idonei per curare i pazienti e per difendersi da questa epidemia“.

 

Torna su